Il male oscuro: la depressione. [Il caso di Alessandra]
La depressione è ormai un fenomeno purtroppo molto diffuso, sembra infatti che ne soffrano 2.8 milioni di italiani, raggiungendo il primato tra i disturbi mentali nel nostro paese.
Chi soffre di depressione in genere perde interesse nelle attività che di solito danno piacere, ha difficoltà nello svolgere anche le più semplici azioni quotidiane per un periodo di almeno 15 giorni. Si percepisce come come una persona non adeguata, priva di energia, può aver difficoltà a dormire o all’opposto può aver bisogno di dormire molto di più rispetto al normale. Il depresso può percepire ansia, senso di inutilità e di colpa. Si può arrivare ad uno stato di affaticamento tale rispetto alla vita da desiderare di morire.
Quali possono essere le cause?
Vi sono diversi fattori che predispongono la persona a soffrire di depressione, come ad esempio i fattori genetici. È noto infatti che familiari di primo grado di persone depresse rischiano maggiormente di soffrire di una qualche forma depressiva. Vi possono essere anche fattori biologici come la variazione dei sistemi monoaminergici (noradrenalina, dopamina e serotonina). Infine fondamentali sono i fattori psicosociali che comprendono eventi così detti stressanti come perdite di persone care, malattie, difficoltà nei rapporti familiari, separazioni, fallimenti scolastici, lavorativi e/o economici, essere vittime di un reato o abuso, avere problemi con la giustizia ecc.
Poche persone si rivolgono allo psicoterapeuta, ma quando lo fanno, qualcosa può cambiare.
Il caso di Alessandra
Molti anni fa una giovane donna, che per fantasia chiamerò Alessandra, mi telefonò per un appuntamento. La sua voce era bassa e senza variazione di tono. Prima di chiudere la comunicazione mi disse che non sapeva se sarebbe venuta all’appuntamento perché si sentiva stanca e senza voglia di fare nulla.
Invece, inaspettatamente, Alessandra arrivò in anticipo e, quando la porta del mio studio si aprì, entrò lentamente dandomi la mano senza stringerla. Mi disse che non aveva più piacere di fare nulla, non sentiva il sapore del cibo, dormiva male, si alzava stanca e la sua casa era disordinata e sporca. Al lavoro non aveva confidenza con i colleghi e nel paese dove abitava non aveva amici. Si sentiva sola e che nessuno, neanche un familiare poteva aiutarla. Questo malessere durava già da qualche mese, dopo che, per lavoro, si era trasferita e aveva dovuto lasciare la sua città d’origine dove aveva lasciato i suoi amici.
Ricordo che la sua capacità di concentrazione non era costante e che faceva fatica a scegliere quello che voleva anche rispetto le cose più semplici come che cosa mangiare.
Parola, dopo parola, colloquio dopo colloquio abbiamo esplorato il suo passato, analizzato il suo presente e cercato il suo “talento”.
Ogni persona ha una predisposizione a fare qualcosa e non è detto che sia artistica. C’è infatti chi ama dipingere, chi cantare, ma chi prova benessere nel proprio lavoro, nell’accudire bambini, nell’organizzazione della casa, nella tecnologia ecc.
Dopo diverso tempo questa Alessandra ricordò che amava suonare la chitarra e cantare, ma scoprì anche che le sarebbe piaciuto fare la missionaria.
Oggi, in seguito alla psicoterapia, ha un ottimo rapporto con i colleghi e tanti amici sparsi un po’ in tutta Italia. È diventata una donna solare e piena di vita, ama il suo lavoro, ha trasformato il suo lato missionario in attenzione umana verso le persone che incontra per lavoro. Suona e canta in un gruppo amatoriale e per quanto riguarda la casa beh, per il momento ha assunto una donna delle pulizie che l’aiuta anche a fare ordine nel suo piccolo e grazioso appartamento.
Quale può essere quindi la cura della depressione?
Molti pazienti usano la farmacoterapia e a volte purtroppo quella “fai da te” che non ha controlli scientifici e quindi non si possono conoscere le eventuali conseguenze. La psicoterapia è invece ancora poco usata per alleviare la sintomatologia o meglio per trasformare la sofferenza in benessere, ma può essere in molti casi un metodo efficace e neanche troppo lungo come spesso si tende a pensare.
Articolo a cura della D.ssa Marica Malagutti
Psicologa specializzata in Psicodramma analitico, Psicologia forense ed in Diritti Umani e Cooperazione dello Sviluppo