I disturbi del linguaggio nel bambino [seconda parte ]
Se in un primo momento abbiamo parlato dello sviluppo del linguaggio nel bambino (clicca qui per il precedente articolo), ora ci occupiamo dei disturbi specifici del linguaggio comunemente detti DSL. Mentre in un primo momento abbiamo analizzato le tappe evolutive del linguaggio, vediamo qui quali possono essere gli elementi che ci potrebbero far sospettare problemi linguistici nei nostri bambini e quindi poi scegliere se rivolgersi ad uno specialista competente per un’eventuale diagnosi e relativo percorso di riabilitazione.
Quando possiamo avere qualche campanello d’allarme?
Sicuramente quando il bambino di un anno fatica a comprendere quello che gli diciamo, oppure quando a due anni pronuncia meno di 10 parole, oppure ancora quando a due anni e mezzo non riesce a formulare frasi.
È importante sapere anche che vi possono essere difficoltà nella comprensione e/o nella produzione linguistica scritta, orale, ma anche gestuale. Il deficit di comprensione del linguaggio è più difficile da individuare perché i bambini utilizzano spesso e volentieri il contesto per comprendere la parola, per cui a noi adulti sembra che il piccolo abbia compreso, ma se la stessa parola viene inserita in un altro momento forse tale comprensione non avviene oppure può essere falsata.
Tra i disturbi del linguaggio ci possono essere quello fonetico-fonologico che riguarda nello specifico la produzione del suono della parola, il disturbo della fluenza (balbuzie) che comprende sia la fluenza che la cadenza dell’espressione linguistica orale e il disturbo della comunicazione sociale che comporta difficoltà nello scambio di informazioni, nel rispettare i turni della conversazione, incapacità di vivere il contesto della comunicazione come ad esempio parlare nello stesso modo ad un bambino come ad un collega di lavoro o incapacità a comprendere quello che non viene esplicitamente dichiarato come nell’umorismo.
Si può notare quindi che i DSL comprendono diversi deficit che condizionano in modo più o meno importante la qualità della vita di una persona sia a livello scolastico, che lavorativo, ma anche e soprattutto sociale, quindi è bene rivolgersi ad uno specialista per una valutazione approfondita in modo da trovare il tipo di riabilitazione più adeguata ed efficace.
A volte basta una rieducazione logopedica, in altri casi tecniche di rilassamento e strategie compensatorie possono aiutare chi soffre di balbuzie e permettere a chi fa uno sforzo enorme a pronunciare semplici parole di comunicare in modo efficace e soddifacente. Ricordo una giovane paziente che qui chiameremo Anna che all’età di tre anni smise all’improvviso di parlare. La madre raccontava che aveva già un’ottima proprietà di linguaggio, ma da un giorno all’altro smise di parlare e dopo due giorni iniziò con estrema fatica a balbettare. Non si è mai capito se fosse accaduto qualcosa di traumatico per la piccola, ma in ogni caso non servirono percorsi di logopedia e qualcosa cambiò solo quando Anna iniziò, durante l’adolescenza, un percorso psicologico abbinato a tecniche di rilassamento. Dopo neanche due anni la ragazza parlò fluentemente migliorando dal punto di vista scolastico e soprattutto per quanto riguarda le relazioni sociali, fondamentali per una giovane adolescente.
A cura della D.ssa Marica Malagutti
Psicologa specializzata in Psicodramma analitico, Psicologia forense ed in Diritti Umani e Cooperazione dello Sviluppo