Chikungunya: cos’è, provenienza e diffusione, sintomi e cure
In questi giorni se ne parla molto spesso a causa dei diversi casi colpiti in Italia da Chikungunya, una malattia tropicale trasmessa dalle zanzare, e con annesso boom mediatico che ha anche mosso, forse eccessivamente, preoccupazione nella popolazione.
Innanzitutto bisogna sottolineare che in Italia non è la prima volta che avviene questo contagio, infatti se facciamo un passo indietro, per la precisione nel 2007, il nostro Paese aveva già avuto a che fare con una piccola epidemia mai registrata prima sul suolo europeo.
Ma andiamo a capire di più su questa malattia, che a molti risulta ignota e con un nome non molto facile da pronunciare.
La Chikungunya, che cos’è?
E’ una malattia virale trasmessa dalle zanzare. Il virus responsabile fa parte della famiglia delle Togaviridae, il genere è quello degli Alphavirus, che provocano anche varie altre malattie tropicali. Il vettore principale di trasmissione sono le zanzare Aedes aegypti, che trasmettono anche la febbre gialla e la Dengue, originarie dell’Africa ma che ormai vivono in tutte le regioni tropicali e sub-tropicali. La Chikungunya è però trasmessa anche dalle zanzare Aedes albopictus, la zanzara tigre che vive ormai anche da noi.
Quali sono i primi cenni sulla malattia?
Nel 1952 in Tanziania fu descritta ufficialmente per la prima volta un’epidemia, anche se è probabile che anche alcune epidemie del passato, come quella del 1779 in Indonesia, siano attribuibili proprio alla Chikungunya.
Da dove deriva il nome?
In lingua Makonde, etnia diffusa nel Mozambico e nella Tanzania, significa “ciò che contorce”. Il nome riconduce ai sintomi della malattia, ovvero le posizioni rannicchiate che spesso le persone colpite assumono per cercare di limitare i forti dolori articolari che la malattia provoca.
Quali sono i sintomi?
I principali sono febbre alta e dolori alle giunture, più forti di quelli provocati da un virus influenzale. A volte è presente anche un rash cutaneo.
In quali paesi ha maggiore diffusione la malattia?
È endemica in India, Indonesia, Madagascar e in diversi paesi dell’Africa centrale. Diversi focolai si sono verificati di recente in molte altre zone tropicali e sub-tropicali, nelle isole francesi dei Caraibi e a La Réunion, nell’Oceano Indiano.
Quali casi si sono registrati in Italia?
Come già detto all’inizio, già nel 2007 era stata registrata una piccola epidemia, per la precisione nella provincia di Ravenna, con meno di duecento casi, in questo caso trasmesso con ogni probabilità dalle zanzare tigre. Da allora non si sono più registrati casi, per lo meno fino al 2014, dove c’è stato un nuovo picco di segnalazioni: dieci, contro i tre registrati poi nel 2013. In questo caso si tratta però per la maggior parte di persone che avevano viaggiato in paesi tropicali quali i Caraibi o Sud America, dove ci sono stati dei focolai epidemici con in totale più di 130mila casi sospetti e 4.500 confermati. Il tutto fino ad arrivare alle vicende di questo 2017.
Qual è la cura?
Non ci sono terapie particolari, e di solito la malattia si risolve spontaneamente in pochi giorni, anche se i dolori articolari possono durare anche molto più a lungo. Le complicazioni più gravi possono essere le emorragie ma più raramente e in forma molto meno grave che nella febbre Dengue, trasmessa anch’essa dalle zanzare.
Perché ci preoccupa?
Il motivo principale è che le zanzare tigre, ormai presenti stabilmente nelle zone temperate, e che non sembrano in grado di trasmettere facilmente il virus di altre malattie tropicali come la dengue, il West Nile Virus o quello della febbre gialla, nel caso della Chikungunya sembrano vettori di trasmissione piuttosto efficienti. Inoltre, questa malattia può trasmettersi da una persona all’altra, al contrario di diverse altre malattie portate dalle zanzare.